Crotone, il tecnico Longo è tornato forte sul concetto di umiltà

«Vorrei che i giocatori capissero che per giocare in questa squadra bisogna meritarlo, non possiamo correre meno degli altri». Longo ha fatto anche il punto sugli infortunati

La conferenza stampa di Emilio Longo alla vigilia di Crotone-Sorrento è stata l’occasione per tornare sul concetto di umiltà, di cui aveva parlato dopo la pesante sconfitta di Picerno. E satvolta lo ha fatto in modo più chiaro, deciso. Il tecnico ha fatto anche il punto della situazione sugli infortunati.

«Per quanto riguarda Vinicius avremo un periodo molto lungo: non lo dobbiamo considerare per le prossime due, tre settimane dopodiché inizieremo a parlarne. Per quanto riguarda Spina c’è una lesione muscolare, sperando che non sia grossa entità. Invece Cargnelutti è uscito per il trauma subito a inizio della partita, ma ha recuperato e non dovremmo avere problemi. Kolaj ha avuto una piccola contrattura, per domenica sarà sicuramente disponibile».

«Le tre partite in una settimana ci avevano portato a ragionare sulle rotazioni. Ma in realtà già con i cinque cambi è una indicazione di turnover. Per la partita con il Sorrento dovrò essere bravo, assieme al gruppo di lavoro, a individuare i calciatori ai quali darò fiducia. A prescindere dal turnover o meno, dovrò mettere in campo, come sempre, la migliore squadra possibile. Diciamo che la sconfitta di Picerno non ha stravolto niente, mi ha dato soltanto trasferito più responsabilità nelle scelte che dovrò fare per gli undici da mandare in campo».

«La mancanza di umiltà a cui ho fatto riferimento nel dopo gara di Picerno? Presto detto: se e quando tutti capiremo da dove sono partito, comprenderemo cosa voglio intendere per umiltà. Io vorrei, e mi batterò fino all’ultimo minuto della mia esperienza, che la squadra capisca che Crotone deve essere per tutti un punto d’arrivo. Nel senso che dobbiamo meritarcelo. Continuo a ripetere questa cosa dall’inizio, ed è su questo che devo entrare nella mente dei miei ragazzi. Mi spiego: non dobbiamo pensare che possiamo correre meno degli altri. In questo campionato se vuoi mettere in risalto le qualità, devi pareggiare gli aspetti organici degli avversari. Non puoi pensare di essere in partita per 30, 35 minuti, e anche tenendola in mano, ma alla prima difficoltà uscire dalla gara. Quello significa non essere umili».

«Per me l’umiltà è continuare a combattere, accettare i limiti e rimanere in partita. E questo è un aspetto che la squadra deve cogliere. Tutti dobbiamo pensare a dare il meglio di noi stessi, perché quello che abbiamo bisogna meritarlo. Sinceramente anche io pensavi di essere più avanti, però bisogna soffermarsi anche sul fatto che siamo soltanto alla quinta partita. Nel progetto non possono entrarne altre novanta fatte precedentemente, sarebbe un peso che non si riuscirebbe a sopportare. Io ho fiducia e penso al progetto che mi porterà a fare altre settanta partite…».

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frenk
frenk
10 mesi fa

Non e’ mancanza di umilta’ …e’ mancanza di QUALITA’!!!! una scarsita’ unica specialmente in mezzo al campo.. poi non parliamo della difesa, tutto questo grazie ai “sapientoni” della societa’..

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