È sicuramente una delle più belle sorprese del Crotone di Emilio Longo: Andrea Oviszach, friulano di Udine dov’è nato il 26 marzo 2001. Già 4 gol in campionato (ai quali ci sono da aggiungere 3 assist), migliorato il suo score personale fatto registrar ela passata stagione a Giugliano con 3 reti. Domenica scorsa a Latina ha sbloccata la gara poi finita 4-0: gol fondamentale per incanalare il match verso la giusta direzione. Di seguito le dichiarazioni di Oviszach nel giorno della ripresa degli allenamenti.
«Sono assolutamente contento: questo gol lo dedico a chi mi sta vicino. Penso alla mia ragazza, alla mia famiglia e soprattutto al mio papà che cinque anni fa è venuto a mancare, però è sempre un mio pensiero fisso. E questo mi spinge a fare sempre il meglio».
«Sono contento di essere uno dei giocatori che può dare una grossa mano a questa squadra. Allo stesso tempo sono consapevole che bisogna mantenere un profilo basso in vista delle prossime partite. Ricordo bene dove eravamo un po’ di tempo addietro e si parlava di tutt’altro. Il calcio è questo. Ora pensiamo partita per partita, perché proprio adesso arrivano quelle più difficili a cominciare da quella con la Juventus. Magari pensiamo al fatto che sia ultima in classifica, correndo il rischio di sottovalutarla. Sarebbe l’errore più grave che si possa fare: secondo me continuiamo a pensare gara dopo gara, vedremo da qui a dicembre dove saremo e durante la pausa di Natale si tireranno le somme».
«Credo che l’allenatore mi stia dando una grossa mano, sono convinto che posso continuare a fare bene grazie al suo modo di giocare. La Juventus? Non è la prima volta che ci gioco contro: quando ero a Vicenza l’abbiamo sfidata nella Coppa Italia che poi abbiamo vinto (l’allenatore era Francesco Modesto, ex Crotone, ndr). Da bambino ricordo che i miei familiari tifavano per la Juve: giocarci contro è sempre bello. Ripeto, al di là della classifica è una buona squadra che sta incontrando delle difficoltà ma assolutamente non bisogna sottovalutarla. Sappiamo che sarà difficile, per cui ci arriveremo pronti per giocare una grande partita».
«Le prime cinque giornate ci sono servite per sistemare queste lacune che c’erano tra di noi: dovevamo conoscerci e trovare l’intesa di gruppo. Per ché il gioco c’era e l’identità di squadra si vedeva. Siamo stati bravi a metterci delle toppe, adesso dobbiamo continuare così e creare sempre una identità ancora più forte».