Gli elogi di Emilio Longo non erano attivati a caso ma una logica conseguenza di ciò che aveva detto il campo. Riavvolgiamo il nastro: dopo partita di Foggia, l’allenatore del Crotone nel commento al post gara si soffermò anche sui singoli. «Abbiamo una rosa profonda e chi verrà chiamato in causa saprà rispondere, come Armini che nelle ultime tre partite si è preso la titolarità con le prestazioni. Questo è lo spirito che ci deve contraddistinguere: chi non gioca torna il martedì per sacrificarsi e provare a sfilare la maglia da titolare ai compagni, facendo il massimo e dando il massimo, lavorando sodo».
E il giovane difensore centrale Nicolò Armini è la fotografia nitida del Longo pensiero. «Lavoriamo giorno dopo giorno, partita dopo partita per raggiungere i nostri obiettivi. Non eravamo scarsi prima, non siamo fenomeni adesso: continuiamo con la cultura del lavoro seguendo le indicazioni dell’allenatore. Per quanto riguarda il mio utilizzo, continuo a lavorare. C’è stato un periodo in cui venivano fatte altre scelte perché evidentemente le mie prestazioni erano un po’ scadenti».
Il 23enne nato a Marino in provincia di Roma e cresciuto nella Lazio, aggiunge. «I metodi di Longo? Mi metto sempre a servizio della squadra, dell’allenatore e dello staff. Abbiamo modificato alcune metodologie di gioco: siamo più equilibrati e le cose stanno andando bene. Tutto quello che mi viene chiesto provo a farlo nel migliore dei modi».
«Come squadra – chiarisce Armini – sviluppiamo un gioco molto propositivo e credo che all’inizio fossimo un po’ troppo slegati tra reparti. Subivamo troppi contropiede e puntualmente le squadre avversarie ci punivano. Adesso abbiamo trovato un nostro equilibrio e di conseguenza anche come reparto difensivo stiamo lavorando meglio».