La discesa in serie C non lascerà strascichi societari anche se, come risaputo, a breve verranno annunciati dei cambiamenti sostanziali in seno alla dirigenza

Il presidente Gianni Vrenna durante la scorsa settimana, ha ribadito la voglia di restare in sella, di affiancarsi nuovi collaboratori e di ripartire col vento in poppa per provare a riportare subito gli squali in cadetteria.

Pertanto la formazione calabrese avrà senz’altro un’ambizione importante ma si scontrerà con un girone per niente facile e che negli anni ha mostrato quanto sia difficile vincere anche con investimenti importanti. E’ il caso delle due pugliesi Lecce e Bari che, pur spendendo grandi cifre, ci hanno impiegato rispettivamente 6 e 4 anni per tornare in B.

L’ambizione degli squali si scontrerà poi con la nuova formula del campionato di terza serie. L’ultima volta che i rossoblu hanno militato in questa categoria, il format era diverso: vi erano due gironi di serie C1, pertanto due promosse direttamente (le prime classificate) e poi altre due attraverso il playoff interno al girone. Così gli squali, dopo aver sconfitto l’Arezzo in semifinale, la spuntarono contro il Benevento in finale, conquistando la terza promozione in B.

Tutto completamente diverso adesso: scomparsa la serie C2, la terza serie è adesso unica e divisa in tre gironi, tra nord, sud e centro. E se il numero delle compagini che ogni anno guadagnano la promozione è sempre lo stesso (4), è evidente che oltre alle tre prime classificate, dai playoff ne dovrà uscire soltanto una.

Dunque una doppia difficoltà: intanto quella di vincere il proprio girone, considerando che gli squali si ritroveranno di fronte piazze importanti come Palermo e Catanzaro (playoff in corso permettendo), con i rosanero che dovrebbero a breve diventare di proprietà dello sceicco del Man City. E poi ancora Avellino, Foggia, Taranto, Juve Stabia, Turris, ACR Messina, campi caldi sui quali il Crotone sarà molto atteso, per usare un eufemismo.

Se malauguratamente non si dovesse vincere il proprio girone, ecco che vi sarebbero i playoff “nuovo formato” ai quali partecipano ben 28 squadre, praticamente un altro campionato, nel quale innanzitutto conta la posizione in classifica. Se si arrivasse infatti tra la seconda e la quarta posizione, si avrebbe il vantaggio di riposare un paio di settimane, ricaricare le pile, attendere i turni preliminari da spettatori ed entrare in gioco in una seconda fase, rispettivamente dagli ottavi o dai quarti di finale. Non è detto però che questo sia un vantaggio: staccare la spina e riattaccarla dopo troppo tempo, potrebbe al contrario far perdere il giusto mordente a scapito invece di formazioni che potrebbero prendere slancio dalle vittorie nei turni precedenti, l’esempio del Cosenza è lampante. I lupi vinsero i playoff da quinti classificati nella stagione 2017-18.

Insomma, gli spareggi per la promozione, se vogliamo utilizzare un altro nome, sono davvero una lotteria: non sempre vince il più forte, il fattore mentale ed il fattore C, giocano un ruolo fondamentale.
Chiaramente bisognerà aspettare e vedere come verrà costruito l’organico dei pitagorici e soprattutto a chi verrà affidato: dopodiché si potrà forse capire il tipo di campionato che gli squali vorranno fare. Un campionato che, comunque, avrà mille ed una insidie.