Nello staff tecnico dei rossoblù spicca la figura del figlio dell’allenatore, suo collaboratore tecnico anche ai tempi della Pro Vercelli

“Di padre in figlio: nel calcio l’eredità in famiglia è stata spesso un fattore chiave e il Crotone spera che ciò avvenga anche in casa rossoblù”. Ecco l’incipit con il quale l’ufficio stampa del club pitagorico ci guida alla scoperta dello staff dell’allenatore Franco Lerda. Vi abbiamo già fatto conoscere il vice Nardecchia, oggi tocca al collaboratore tecnico Mattia. Figlio di Franco, ecco perché è tutta una questione di famiglia.

Ma qual è il rapporto tra Mattia e suo papà Franco: professionale ma anche tra genitore e figlio. “A dir la verità non cambia molto. I miei genitori mi hanno insegnato il rispetto dei ruoli, per me sono figure di riferimento da cui posso solo imparare. Nel caso specifico lavorando con mio padre, lui sul campo è la mia figura di riferimento”.

Mattia, come tutti i membri dello staff, riveste un ruolo di grande responsabilità, ma nel suo caso potremmo definirla una duplice responsabilità: “Si possiamo definirla doppia ma come doppia, da parte mia, è la voglia di dare il massimo, stimoli e motivazioni per cercare di aiutare il più possibile mio padre, lo staff e soprattutto i ragazzi”.

Come procede il ritiro? “I calciatori si sono presentati con grande entusiasmo, spirito di sacrificio e tanta voglia di fare. Ovviamente i ritiri sono tutti faticosi perché si dà l’impronta iniziale alla stagione e serve a mettere benzina nelle gambe, ma questa umiltà e questa voglia di far fatica saranno i punti cardini che ci dovranno accompagnare tutto l’anno”.

Le strutture e l’ambiente. Ancora Mattia Lerda. “Ho visto un Centro sportivo all’avanguardia. Questo ci consentirà di lavorare sempre al meglio. Sia lo staff che i calciatori. E poi lavorare al meglio, significa riuscire anche nell’obiettivo di centrare risultati importanti che possano rendere orgogliosi i tifosi rossoblù”.