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Crotone, in 5 punti ecco il pensiero di Zauli sui playoff

La lunga attesa, l’alta competizione nel gruppo, i valori prima di tutto, le regole da seguire e il senso di appartenenza: la traccia che porta verso la Serie B

LUNGA ATTESA “È difficile perché durante una settimana, per quanto i giocatori siano monitorati al punto tale di sapere anche quanti passi fanno al giorno e di conseguenza gestire gli allenamenti giornalieri, non è semplice bilanciare lo sforzo fisico con quello mentale. Perché quando si gioca in campionato, la testa accompagna tutto il resto. E questo permette di superare la fatica e andare oltre. Dal 23 aprile, giorno dell’ultima partita in campionato, al 27 maggio, giorno in cui giocheremo nei playoff, ci sono di mezzo 5 settimane. Ecco perché è difficile”.

ALTA COMPETIZIONE “I ragazzi sono competitivi, io ho questa sensazione. Io non so come andrà a finire, ma l’impegno nostro è quello di vincerli i playoff e non di andare a partecipare. Penso di avere una squadra che sente la competizione, perché qualsiasi cosa facciano c’è sempre di mezzo la competizione. L’evento si sta avvicinando e sento che i ragazzi non vedono l’ora di esplodere tutta la loro energia nelle partite. Tutto questo mi fa sperare bene”.

VALORI REALI “Li ho fatti gli ultimi due anni, i primi turni sono i più difficili. Anche da giudicare le squadre, perché si gioca dopo un po’ di settimane dalla fine del campionato. Chi gioca in casa sembra abbia il vantaggio ma in realtà ha sempre tutto da perdere. Dagli ottavi in poi, quando ci saranno le partite di andata e ritorno, si comincerà a dare una idea un po’ più precisa delle squadre e del loro atteggiamento. Noi che entriamo dai quarti, abbiamo anche la possibilità di studiare quanto successo negli ottavi dove si giocano partite più logiche”.

REGOLE DA SEGUIRE “Io ho messo delle regole e loro le devono seguire. Chi sta dentro le regole fa parte di un gruppo, chi no ne è libero di uscire. Ho un confronto con i giocatori, perché sta dentro quelle regole. Io chiedo tanto, per cui parlo spesso davanti a tutti. Così come capita di prendere da parte quel calciatore al quale devo comunicare che l’allenamento non mi è piaciuto, per dirgli che mi aspetto di più. Lo facciamo tutti i giorni, perché è un aspetto sul quale punto molto. Quando giocavo lo hanno fatto su di me, questa credo sia la strada giusta. È da tempo che tanti calciatori vengono la mattina ad allenarsi per fare lavori personalizzati, fuori dalla seduta di gruppo. È chiaro che questi atteggiamenti non è che cambiano le qualità tecniche in venti giorni, però mi fanno capire che la testa è orientata verso quell’obiettivo. Sono convinto che la squadra arriverà sicuramente pronta”.

SENSO DI APPARTENENZA “Avendo giocato a calcio, gli anni che mi ricordo più di tutti sono quelli in cui si era creato un senso di appartenenza con i compagni di squadra. Quelli che quando gli passi vicino ti trasmetteno un po’ di scossa: significa di andare a fare assieme qualcosa che poi ci ricorderemo tutta la vita. Se la squadra riuscirà a creare questa scossa tra l’uno e l’altro, dove anche uno sguardo fa capire tante cose senza bisogno di parlare significa che l’intento è quello comune. Oltre alle qualità tecniche, che sono tante, la squadra potrà fare il salto di qualità. E andare a vincere i playoff. Parliamo del Palermo dello scorso anno. A guardarlo da fuori, a prescindere dai 40mila del Barbera, che poi ha fatto più risultati in trasferta che in casa nel suo percorso, si era creata quell’alchimia dove vittoria ha alimentato vittoria. E passaggio del turno ha alimentato passaggio del turno. E loro erano partiti dagli ottavi. Per me questa alchimia, grazie alle scosse e agli sguardi che ci facciamo l’uno con gli altri, potranno fare la differenza. Più di un allenamento. Ed è questo che sto cercando di creare, perché anche a me allenatore fa piacere. E lo voglio vivere assieme alla squadra”.

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