
Quattro gare al termine della regular season: i pitagorici si attaccano ad una flebile speranza in cui, forse, non credono neanche più loro stessi
Non sono stati in grado di sfruttare l’ennesimo regalo offerto sul piatto d’argento, gli squali, dalle dirette concorrenti: Cosenza e Vicenza, hanno infatti perso i loro incontri dando la possibilità potenziale di accorciare la classifica. Ma non c’è stato verso: il Crotone, dopo un primo tempo mediocre, neanche ottimo, si è sciolto come neve al sole, mostrando ancora una volta dei limiti evidenti. Una salvezza che, attraverso i playout, sarebbe potuta ancora arrivare grazie soprattutto alla pochezza di un campionato, quest’anno, come non mai livellato verso il basso. Una salvezza che, numeri alla mano, potrebbe essere ancora miracolosamente possibile, ma che – forse – sarebbe anche ingiusta.
Si perché, la squadra vista in questa stagione è, senza timore di essere contraddetti, la meno entusiasmante – per usare un eufemismo – vista indossare questa maglia negli ultimi 30 anni. Una squadra senza un’anima vera e propria, che ha cambiato ben 12 giocatori al mercato di gennaio, che non ha quasi mai trovato un’identità.
Ma basta analizzare i numeri, i quali difficilmente mentono: solo 3 vittorie in tutta la stagione contro le 19 sconfitte, terza peggior difesa (a pari merito con l’Alessandria) con 55 reti subite, quinto peggior attacco. Il tutto condito da tanti, troppi “misunderstanding” tra tecnico e calciatori che male non avrebbero fatto alla causa, tanto da ritagliarsi i loro spazi altrove, ma che invece sono stati bollati come non idonei al progetto.
No, non sta a noi trovare i colpevoli e fare i processi: la società, che certamente non è stata avulsa da errori, farà le sue valutazioni. Noi, ci limitiamo ad analizzare prestazioni, risultati, numeri.
Questi ultimi davvero impietosi da meritare la permanenza in serie B.
